Biblioteca Diocesana: Conferenza di Eraldo Baldini “Ritualità in Romagna. Miti e tradizioni di un universo culturale da scoprire”
Biblioteca Diocesana di Ravenna-Cervia “San Pier Crisologo”
in collaborazione con Società Editrice «Il Ponte Vecchio»
Venerdì 18 novembre 2016, ore 18.00
Ravenna – Palazzo del Seminario Arcivescovile – Piazza Duomo, 4
Sala Don Minzoni
Ingresso Libero
In questo secondo incontro del progetto “Romagna”, varato dalla Biblioteca Diocesana di Ravenna-Cervia “San Pier Crisologo”, dedicato all’indagine scientifica delle radici di questo ambito territoriale e culturale, dai punti di vista perlopiù storico e archeologico, verranno affrontati due aspetti fondamentali della vita di ogni essere umano, la nascita e il nutrirsi, in particolare nel contesto delle tradizioni romagnole.
I riti del nascere
La gravidanza, il parto, il battesimo e la primissima infanzia erano situazioni e momenti in cui si concentrava e si attuava una nutrita serie di usanze, riti, superstizioni, obblighi, tabù, derivanti spesso da miti e credenze arcaiche, dalla semantica e dalla simbologia (formatesi nei millenni) delle culture popolari e contadine. Attraverso una vasta e meticolosa ricerca, Eraldo Baldini indaga quell’insieme tradizionale con chiarezza e competenza, portandoci non solo a delineare e a scoprire un quadro affascinante (e non privo di sorprese) di gesti e di simboli in parte oggi dimenticati, ma dandocene nel contempo le chiavi di lettura e consentendoci di comprendere meglio il «come» e il «perché» di importanti aspetti non solo rituali, ma anche socioculturali.
I riti della tavola
Mangiare non è mai stato solo «nutrirsi», cucinare non è mai stato solo «preparare il nutrimento». Eraldo Baldini ci racconta i valori simbolici riservati agli alimenti e ai cibi, il loro uso (spesso rituale) nei momenti e nelle occasioni particolari dell’anno e della vita, le tradizioni e le superstizioni che accompagnavano la loro preparazione, la loro conservazione e il loro consumo. Ne emerge un universo affascinante che ci riconduce a una società in cui, nonostante la povertà materiale, mangiare rappresentava un importante fatto sociale, culturale, rituale, legato intimamente ai percorsi ciclici del tempo delle stagioni e del tempo dell’uomo. Un itinerario interessantissimo, lungo, paziente, documentato ed evocativo nella memoria condivisa, nella cultura di una terra, nelle sue tradizioni che hanno saputo in certi casi resistere all’omologazione. E laddove ciò non è successo, Baldini ricostruisce la storia e ci restituisce la fotografia del passato lontano e di quello recente, dei suoi valori, delle sue difficoltà economiche e alimentari.